Animali Pericolosi
In genere vale per tutti gli esseri viventi la regola d'oro:
guardare ma non toccare
...quindi osservare e magari fotografare ma non infastidire o spaventare gli animali !
In genere vale per tutti gli esseri viventi la regola d'oro:
...quindi osservare e magari fotografare ma non infastidire o spaventare gli animali !
Ho voluto iniziare proprio dalle conchiglie in quanto rappresentano forse la voce meno scontata e meno conosciuta.Senz'altro è più probabile che si venga tentati di raccogliere una conchiglia in mare anzichè accarezzare un barracudadi un metro e mezzo,eppure alcune specie di CONUS (un particolare tipo di conchiglie di pochi centimetri a forma di "cono") possono essere molto pericolose. I Conus hanno la caratteristica di avere una freccia acuminata che l'animale scocca quando deve attaccare o difendersi;la freccia può penetrale nella pelle della mano ed è velenosa quanto un cobra ! (quindi può essere letale !).Ci sono stati casi in cui la freccia è riuscita a penetrare il fianco di un sub(che l'aveva raccolta e posta in una retina)attraverso la muta !!! Non c'è antidoto ! Nelle immagini i Conus sono "ripuliti";in mare possono cambiare però di aspetto(soprattutto di colore) a causa delle concrezioni di alghe sul guscio oppure perchè parzialmente ricoperte dalla sabbia;inoltrene esistono molte specie condiverse livree...concentratevi quindi sulla forma. In caso di puntura: chiamare il medico, immergere la parte colpita in acqua molto calda (40-45 gradi per un'ora o più), e bendarla stretta. Esiste anche un'altra conchiglia velenosa (chiamata: TEREBRA)sempre a forma di cono ma più allungato e fino:quest'ultima però è meno pericolosa del "conus" ma...attenzione ai barbigli.
Belle a vedersi, niente affatto aggressive ma capaci di iniettare un veleno molto pericoloso. I tentacoli sono altamente urticanti. Le meduse che incontriamo nei nostri mari non sono letali, ma in altre acque vivono meduse il cui veleno può portare alla necrosi della parte con cui viene a contatto.
Le meduse si sa sono quasi tutte urticanti ma ai Tropici sarà bene maggiormente tenerle alla larga in quanto alcune specie possono essere molto pericolose.Tra tutte cito le più famose: le VESPE DI MARE ( Sea Wasp ) che fanno parte delle velenosissime " Meduse a Scatola " (in inglese: box jellyfish ad esempio la Chironex Fleckeri ). Pensate che queste meduse Australiane (vivono soprattutto nel Queensland) sono considerate tra gli esseri viventi più velenosi al mondo e dopo il Cobra Reale ed ovviamente le zanzare sono gli animali che causano più morti anche più degli squali. Ogni anno alcuni bagnanti vengono urtati dai tentacoli (anche morti o pezzi di tentacoli) di questo essere con conseguenze in molti casi mortali.
La "strisciata" è dolorosissima e causa il collasso nel giro di un minuto o due.
A questa famiglia appartiene la (pseudo) medusa IRUKANDJI ( Carukia Barnesi , grande come una nocciolina, poco visibile perchè trasparente e con tentacoli finissimi lunghi un metro e mortale). Il governo Australiano cerca di combatterle attivamente.
Per fortuna (nostra) le pericolose meduse Australiane in genere sono presenti solo durante la stagione estiva (cioè quando da noi è inverno) e quindi fuori stagione rispetto la maggior parte dei turisti Europei.
Le tre più comuni:
Un abitante del mare molto pericoloso, parente stretto delle meduse, è la CARAVELLA PORTOGHESE ( Physalia Physalis ) ( Portuguese man of war ). Tipica per la sua sacca d'aria galleggiante visibile in superficie con una "vela" ed i suoi lunghissimi (anche 20-30 metri) ma molto sottili tentacoli è fortemente urticante (il dolore è atroce !) e provoca un forte abbassamento della pressione sanguigna con conseguente collasso e possibile morte negli individui più sensibili.Originaria dei mari tropicali è diffusa anche lungo coste Atlantiche spagnole e occasionalmente può entrare nel Mediterraneo.
Da non confondere con un altro Idrozoo, ultimamente frequente anche nei nostri mari, ma per fortuna quasi per nulla urticante: la Velella ( Velella Velella o Barchetta di San Pietro ) che come la Physalia ha una parte esterna galleggiante (in questo caso una piccola "cresta" priva di "sacca") ed una forma quasi circolare del diametro di circa 5-6 cm.
In tutti i Tropici è facile imbattersi in coralli urticanti o anemoni di mare (o ATTINIE , una specie simile). Tra i più famosi coralli urticanti (provoca delle vere e proprie ustioni) c'è il CORALLO DI FUOCO che può assumere varie forme (quindi sarebbe meglio, nel dubbio, non toccare nessun corallo !) le relative cicatrici possono durare mesi. Molto meno urticanti sono gli anemoni di mare (la cosa può essere soggettiva) che sono spesso il rifugio dei pesci pagliaccio.
Pochi sono velenosi...ma se calpestati o anche semplicemente sollevati in mano possono fare molto male.
esiste infatti un tipo di riccio: il " RICCIO FIORE " che se preso in mano può essere mortale per l'uomo.Questo pericoloso riccio normalmente di giorno usa mimetizzarsi con pezzetti di roccia e corallo sul guscio...quindi attenzione: può assumere un aspetto diverso da quello della foto!
" Corone di spine " Star Fish: Crown of Thorns che possono assumere colori che vanno dal verdognolo al rosso-rosa
La loro pacifica indole è inversamente proporzionale al loro veleno. I serpenti di mare sono tra i più velenosi rettili esistenti (difficilmente si sopravvive ad un loro morso).
Per fortuna hanno un'indole molto pacifica ed usano raramente il loro veleno ed in genere (quasi) mai per difendersi ma solo per cacciare le prede (e nemmeno sempre, pare nel 50 % dei casi !). (se vi viene incontro non preoccupatevi: penserà lui a deviare la traiettoria !), ma evitate di acchiapparlo o trattenerlo: anche se è molto pacifico è meglio non abusare della sua pazienza.
Cugini tropicali degli SCORFANI (che sono pure debolmente velenosi) il Pesce Pietra ed il Pesce Scorpione sono tra i pesci più pericolosi.
La loro puntura può essere mortale (soprattutto quella del Pesce Pietra).Ho messo le immagini puramente per curiosità in quanto quasi certamente non riuscirete mai a vederli a causa del loro forte mimetismo.Non attaccano mai l'uomo ma bisogna stare molto attenti a non calpestarli.Bisogna quindi evitare di camminare sui coralli/scogliere (anche in acque basse) e se proprio non se ne può fare a meno (per esempio per entrare in mare) munirsi di scarpette di plastica oppure entrare direttamente con le pinne calzate.Ovviamente per lo stesso motivo bisogna evitare di toccare con le mani gli anfratti poco visibili della barriera.
Anche i Pesci Leone sono parenti degli Scorfani e dei Pesci Pietra e Scorpione e con loro condividono la sinistra fama di pesci con aculei velenosi tropicali. Ne esistono varie specie.Se non si toccano, come quasi tutti gli animali, sono dei comuni incontri ottimi per scattare delle belle foto.
Le razze sono pesci molto mansueti: non mordono e non attaccano l'uomo. Ne esistono di varie grandezze: quelle più grandi, se abituate alla presenza umana, possono giocare con noi dimostrando una grande pazienza e socievolezza.Bisogna però sapere quasi tutte le specie possiedono sulla loro lunga coda un aculeo velenoso.
La lesione avviene in genere quando un soggetto inciampa in un trigone (spesso sepolto nella sabbia) mentre cammina nell’acqua di mare poco profonda. Il trigone infila l’aculeo della coda nel piede o nella gamba della vittima, rilasciando il veleno. Frammenti del rivestimento dell’aculeo possono rimanere nella ferita aumentando il rischio di infezione.La ferita di solito è frastagliata e sanguina spontaneamente. Il dolore è immediato e forte, ma diminuisce gradualmente nell’arco di 6-48 ore. I primi sintomi sono episodi sincopali, debolezza, nausea e ansia.Vomito, diarrea, sudorazione, crampi generalizzati, respiro affannoso e morte sono sintomi più rari.
I polpi dagli anelli blu, sebbene lunghi solo da 12 a 20 cm, colpiscono anche gli uomini, soprattutto se tentano di afferrarli. Il becco a pappagallo del polpo punge facilmente la pelle e il muscolo sottostante. Il morso è relativamente indolore, ma il veleno che inietta è 100 volte più tossico del cianuro a causa della presenza della tetrodotossina[2]: reagisce rapidamente, colpisce e paralizza i muscoli della vittima, provocando la perdita immediata del gusto, della sensibilità e della vista. Se non si interviene si rischiano paralisi e arresto respiratorio. Un solo morso può uccidere un adulto in 90 minuti; non si conoscono antidoti, ma il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale riescono a spostare le tossine nell'organismo e impediscono danni a lungo termine. In tutto il XX secolo si contano, però, solo tre vittime riconosciute.
Inutile ricordare che la maggior parte degli squali è innocua per l'uomo (per fortuna non siamo nel suo menù).
Gli squali di barriera (in genere i "pinna-nera" o i "pinna- bianca") sono di solito inoffensivi. Chiaramente gli esemplari più grandi (un paio di metri, ma anche quelli piccoli) non sono da infastidire...ma se ci si limita all'osservazione anche da vicino (ed in alcuni casi anche durante un pasto) non ci sono problemi.
In caso di grandi squali pelagici, quelli che NON si incontrano vicino la riva (tranne che in aree segnalate e ben note ad esempio a Reunion o in Sudafrica) o tra i coralli della barriera durante lo snorkeling,
1 - SQUALO BIANCO – Carcharodon carcharias
È il più pericoloso fra tutti gli squali, per la sua curiosità e capacità di fuoriuscire dall’acqua con salti spettacolari quando afferra la sua preda, e con il muso, per osservare anche quello che si trova sopra dell’acqua, un comportamento che solo lo squalo bianco può adottare.
2 - SQUALO TIGRE – Galeocerdo cuvier
Dopo lo squalo bianco, è il più pericoloso; si trova principalmente nelle acque tropicali, ma anche in quelle temperate. Ha la capacità di spingersi in acque basse, è attratto da una grande varietà di oggetti galleggianti e le autopsie hanno permesso di trovare nel suo corpo gli oggetti più curiosi.
3 - SQUALO MAKO – Isurus oxyrinchus
Squalo pelagico, dopo lo squalo bianco e lo squalo tigre, è considerato il più pericoloso. Si trova in acque profonde e nuota solitario. Percorre lunghe distanze e possiede denti molto accuminati e ricurvi. Abita sia le acque temperate che quelle tropicali.
4 - SQUALO DELLO ZAMBESI – Carcharhinus leucas
Potenzialmente è il più pericoloso, perché capace di avventurarsi anche nelle acque dolci dei fiumi delle aree tropicali. E' stato avvistato a molti chilometri dal mare, nei fiumi come il Mississipi, il Gange, lo Zambesi e il Tigri. Si ciba anche di altre specie di squali.
5 - SQUALO LONGIMANO – Carcharhinus longimanus
Specie tropicale, come lo squalo mako è pelagico e si trova in alto mare. Squalo oceanico per eccellenza, possiede denti affilati e triangolari, molto simili a quelli dello squalo bianco. Responsabile di attacchi a molti naufragi durante le due guerre mondiali, è ora ritenuto il responsabile dell'attacco a gruppi di turisti nelle acque di Sharm el Sheikh, località Naama Bay. In quesato caso, probabilmente, si è trattato di un esemplare errante e/o malato, poiché l'attacco è avvenuto a pochi metri dalla linea di costa.
8 - SQUALO MARTELLO MAGGIORE – Sphyrna mokarran
Fra le otto specie di squalo martello è la più grande, raggiunge anche i sei metri, quindi per la sua mole diventa potenzialmente pericoloso. Presente in acque temperate e tropicali, effettua migrazioni notevoli, si avvicina alle coste, ma principalmente di alto mare. Presente anche in Mediterraneo vicino alle coste Africane.
6 - SQUALO RAMATO – Carcharhinus brachiurus
Squalo possente e dal colore grigio bronzo, vive sia al largo che vicino alle coste, sia in acque temperate che tropicali, potenzialmente pericoloso per l'uomo, essendo un predatore molto attivo. Alcuni attacchi sono attribuiti a questa specie, lungo le coste del Sud Africa.
7 - SQUALO BRUNO – Carcharhinus obscurus
Squalo comune in acque tropicali, attivo sia vicino alla costa quanto al largo. Presente nel Mediterraneo sud occidentale, è uno squalo che ha attaccato l'uomo.
9 - SQUALO BLU o VERDESCA – Prionace glauca
Squalo pelagico, comune in Mediterraneo. Per via della pesca attiva nei suoi confronti è seriamente minacciato di estinzione. Raggiunge anche i quattro metri e può attaccare l'uomo. È stato osservato aggirarsi attorno ai naufraghi. Circa il 4% degli attacchi è attribuibile a questa specie.
10 - SQUALO GRIGIO DI BARRIERA – Carcharhinus amblyrhynchos
Squalo attivo nelle acque tropicali, lungo le barriere coralline (Mar Rosso, Oceano Indiano e Oceano Pacifico australe). Squalo di medie dimensioni, molto agile e aggressivo quando difende il proprio territorio. Vive in comunità come lo squalo pinna nera e pinna bianca, può diventare aggressivo specialmente in fase di caccia, colto da frenesia alimentare. Si è dimostrato più aggressivo nelle acque del Pacifico.
11 - SQUALO LIMONE – Negaprion brevirostris
Squalo comune nelle acque tropicali dei Caraibi, squalo veloce ed agile si aggira a ridosso della scogliera corallina alla ricerca di cibo. Diviene aggressivo, come del resto gli altri squali, se molestato. Mediamente raggiunge i tre metri di lunghezza.
12 - SQUALO TORO – Carcharias taurus
Squalo massiccio e robusto, alla vista sembra incutere timore con i suoi denti ricurvi. Squalo capace di sostare sul fondo marino e continuare la respirazione stando fermo, si aggira sia in superficie che a ridosso della costa. Predilige le ore notturne per la caccia. Vive sia nell’Oceano Atlantico che nel Pacifico occidentale e nell’Oceano Indiano, in Mediterraneo è presente soprattutto in Sicilia.
Se vi dovesse capitare l’occasione di fare immersioni con gli squali è bene farsi trovare preparati e tenere a mente poche (ma buone) regole:
Evitate movimenti nervosi e improvvisi
Non agitate le mani
Non toccate gli squali
Restate in gruppo
Per quanto possibile restate nei pressi di una parete
Mantenete una posizione verticale
Mantenete sempre un contatto visivo con gli squali
Evita un equipaggiamento troppo colorato e fai in modo che nessun oggetto penzoli in acqua
Seguendo le suddette indicazioni ed i consigli delle vostre guide subacquee, potrete godervi al meglio un incontro unico e emozionante!
Murene anche di grandi dimensioni nonostante l'aspetto minaccioso non sono aggressive, l'agitare della bocca (in realtà si tratta della normale respirazione) e la curiosità (talvolta vedendovi escono un pò fuori della tana).Sono animali che attaccano solo se impauriti da gesti maldestri.
Diversamente da come qualche volta ho sentito, la murena NON è affatto velenosa (semmai lo è il suo sangue se ingerito senza cottura) anche se il suo morso (a causa dei suoi denti aguzzi e ricurvi) è molto doloroso e lacerante (in pratica vi stacca la carne con un morso) ...ma vi assicuro che si tratta di casi molto rari sicuramente istigati dall'uomo. Si dice che siano infastidite dal colore giallo
A largo dei mari tropicali vivono folti gruppi di BARRACUDA , ma esemplari isolati e territoriali, anche molto grandi, si possono incontrare a pochi metri dalla spiaggia.
Questo animale si ciba di piccoli pesci come le acciughe ed è quindi attirato dai lampi di luce che emettono i corpi metallizzati quando i raggi di sole li colpiscono. A questo proposito è bene quindi evitare di indossare oggetti metallici in mare come ciondoli, catenine o coltellini che potrebbero creare bagliori che potrebbero essere scambiati (soprattutto in acque non limpide) per un pesciolino dal barracuda. Questo è l'unico motivo che ha spinto alcuni barracuda ad attaccare l'uomo (l'attacco è veramente fulmineo!) con conseguenze anche letali a causa della loro dentatura affilatissima !.
SGOMBRIDI : Anche se è raro, alcuni morsi attribuiti a prima vista agli squali o barracuda possono essere invece causati da altri pesci di grande taglia come alcune specie della famiglia dei sgombridi ovvero dei tonni
Le varie specie di pesci chirurgo (specie molto diverse tra loro per colore della livrea e mole, un pò meno per la forma) sono completamente inoffensive anche se disturbate. Si può tranquillamente nuotare in mezzo ai folti branchi senza alcun pericolo.
evitare di acchiapparli per la coda (dubito comunque che un uomo ce la possa fare se l'animale non è malato o ferito) perchè possiedono della "lamette" nascoste affilatissime lateralmente alla base della coda!
Può capitare di incontrare tra i coralli dei branchi di piccoli pesci gatto dal colore nero striato di bianco o argento riconoscibili per i tipici "barbigli". Probabilmente spaventati andranno a stringersi in una sorta di "palla" compatta sotto un corallo oppure sotto una roccia: guardateli senza paura, fotografateli, se volete, ma non tentate di toccarli perchè sulla parte dorsale possiedono delle spine velenose
Alcuni esseri simili a colorate lumache possono essere occasionalmente debolmente urticanti (soprattutto quando si cibano di piccole meduse). In genere non sono pericolosi.